Federico Pagliai è nato a La Lima, sulla Montagna pistoiese, nel 1966.
Montanino come i personaggi che animano le sue opere, ha scelto di continuare a vivere nei luoghi che gli hanno dato origine, tanto da intraprendere, nel 1985, una professione che gli consentisse di non abbandonarli per scendere in città. È diventato quindi infermiere e poi volontario del Soccorso alpino speleologico.
La sua scelta di vivere sui crinali dell’Appennino pistoiese non è un semplice atto di residenza ma un percorso di vita all'insegna della ricerca, dell'apprezzamento e della condivisione di quei valori semplici e genuini propri della cultura montanina. Una scelta tanto più significativa se si considera che avviene in un momento particolarmente difficile per il suo paese di origine. Proveniente da una famiglia operaia, durante l’infanzia l’autore ha infatti vissuto la lenta agonia e poi la chiusura della Cartiera Cini, fulcro industriale della zona, a cui tanta gente del posto aveva affidato il proprio futuro abbandonando i mestieri legati al bosco, ai campi, all’allevamento degli animali.
La predilezione per la vita di montagna si manifesta in Federico fin dalla giovane età. Nel periodo di più grande crisi vissuto da La Lima e dai suoi abitanti lui comincia ad allontanarsi dal paese e nelle sue escursioni solitarie conosce un mondo diverso da quello industriale in cui è nato e a cui è abituato. Conosce boscaioli, fungai, contadini, pastori, intagliatori, scalpellini, bracconieri. Incontra gente semplice e fiera del proprio vivere su questa montagna povera. Viene in contatto con uomini, donne e bestie che conducono la propria esistenza in naturale simbiosi con i ritmi dettati dalle stagioni. Conosce un mondo di crinali, alberi, pietre, neve, funghi. In età adulta, prende l'abitudine di raccoglie su piccoli block notes spunti, idee, colpi di occhio, pennellate di gente e di posti.
Ed è così, dall'elaborazione di queste fugaci impressioni appena annotate, che nascono i suoi primi libri: I miei crinali (2008), Rughe da salita (2011), Come un filo che pende (2011), Il bosco di nessuno di voi (2013). La sua quarta prova letteraria invece, DottorAfrica (2014), nasce da un'esperienza fatta in Africa nell'aprile 2013 come volontario della HHPP (Humanitarian Help For Poor People). Storie di Stinchi e... contorni (2016), Figlia della colpa (2017), Montanari indigesti (2018) e La Torrenta, storie di acque in risonanza (2020) sono le sue ultime pubblicazioni.
Oltre ad essere guida ambientale escursionistica, è presidente dell’ Associazione Culturale “ Letterappenninica” che coniuga la sua passione per le montagne con quella per la scrittura.
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