"Camminare con consapevolezza", libro di Thich Nhat Hanh, monaco vietnamita fondatore della comunità Plum Village, scomparso di recente ci offre un insegnamento semplice ma profondo, come può esserlo il cammino: in ogni passo c’è già un arrivo, basta vederlo e soprattutto sentirlo. Solo così si è esattamente nel momento presente con tutta la forza e l’intensità della propria consapevolezza.
Camminare è una pratica che ci consente di riappropriarci di ogni istante, ogni passo è una rivoluzione contro l'iperattività.
Oggi Camminare è quindi ancora più importante ma, fin dai tempi antichi, l'archetipo del "Viandante" simboleggia la tensione innata che spinge l’individuo ad ampliare i propri orizzonti, a spaziare su più piani della conoscenza, in un territorio di confine, di rottura e messa in discussione di tutto ciò che è convenzionalmente accettato dalla mentalità collettiva, perché l’unico modo che possa assicurare l’espressione di se stesso e della totalità della sua natura.
Partendo da queste fonti di ispirazione abbiamo voluto far sedere ad una tavola rotonda degli scrittori, amanti del cammino, della natura e della vita all'aria aperta per confrontarsi sul tema del "Cammino che Cambia":
-Francesco Vidotto che nel cambiamento e nell'abbandonare la frenesia per la Montagna e per la lentezza, ha trovato la sua strada;
-Federico Pagliaiche, oltre a scrivere romanzi ambientati nei bellissimi territori della Montagne Toscana, è quasi tutti i giorni sui sentieri, in veste di guida escursionistica;
-Alberto Cancian, viaggiatore e scrittore che nel suo ultimo libro, "Il viaggio di Gioia" porta il lettore verso destinazioni geografiche e interiori, accompagnato da Gioia, una bimba che nel sentiero della vita diventa grande e trova se stessa;
-Rebecca Fabbroni che, in "Incontriamoci nel Mondo 24", racconta di un pellegrinaggio verso Santiago de Compostela in un diario di un viaggio, soprattutto interiore, alla riscoperta della propria essenza.